Villafranca Tirrena, in provincia di Messina, non è certo il paese delle meraviglie: un cinema e una libreria chiusi negli ultimi anni, di contro una fioritura di supermercati tale da farci sospettare un imminente scatto evolutivo: l’homo spesans spesans… Eppure, se, dopo aver fatto la spesa, per un attimo riuscissimo a far tacere i pifferi poco magici delle offerte commerciali e a seguire un (costosissimo?) sentiero di curiosità, scopriremmo che, a Villafranca Tirrena, in via Vittoria Colonna n.4, d’altro canto, c’è pure La Casa delle Note, Centro di formazione musicale e culturale, diretto dalla Prof.ssa Monica Mancuso.
Ora, già l’idea che le note (come le parole, i colori etc.) abbiano una “casa” mi pare, di questi tempi, piuttosto confortante… È vero che, come dice Calvino, “la fantasia è un posto dove ci piove dentro”, ma vorrei vedere voi…
Dare un luogo, e una chiave, a ciò che abita in noi, come la musica, è davvero, per una comunità, una questione etico-politica fondamentale, non meno dell’essere consumatori (e consumati?)… Non mi pare un caso che Qualcuno, tra umano e divino, a certo punto, tra vita e morte, dica: “Vado a prepararvi un luogo” (non “vado a fare la spesa”)… Se pensiamo, cioè, da educatori, artisti e cittadini, alla “casa” come luogo materiale e spirituale di ri-costruzione, giocosa e impegnata, di significanti e significati, appare cruciale anche il ruolo di un’alfabetizzazione musicale che risuoni dentro.
Ecco perché, a fare la differenza e ad unificare l’ampia offerta didattica della Casa delle Note (corsi di: Propedeutica musicale, Laboratorio di Violino, Coro di voci bianche, Canto lirico e moderno, Chitarra classica ed elettrica, Clarinetto, Fisarmonica, Pianoforte, Violino, Teoria musicale), troviamo la coerenza e la profondità di una partitura pedagogica che, dal microcosmo affettuoso e autorevole della relazione con i Maestri, si apre alla rivelazione dell’ascolto di sé e dell’Altro; dalla “casa”, dove si impara a dare tempo, voce e suono, alle note della propria umanità, al concerto della polis che ogni giorno ci chiama (o dovrebbe!) a rispettare pause e accordi, a farci strumento di idee e sentimenti, a ricomporre progetti e speranze. L’uomo è un animale musicale!
Quanto ci siamo allontanati dal rumore del saper (fare) questo e quello per rivestire l’ignoranza di noi stessi, dall’ipermercato delle specializzazioni con la svendita della cultura umanistica…!
Non si può morire in un teatro, ma non si può neanche vivere in un supermercato… A quali piaceri dell’essere abbiamo chiuso noi le porte, prima che queste venissero stuprate dagli spari di una morte senza musica?
La gioia di vivere, la dignità di morire… la “dolce” morte dell’Occidente nelle bombe dei senzamusica … Ehi, Bambini, dov’è l’Europa? Non basta più il mappamondo.
I bambini del corso di Propedeutica musicale ascoltano Mozart e fanno danzare una coperta colorata… Abbiamo il sospetto che l’Europa si trovi proprio lì.