Su sassi incalpestati

Ortensie del giardino di zio Ernesto, via Foria 49
©Vincenzo Bruzzese, 1950

Su sassi incalpestati ho smarrito
aurora, pur mia e non datata
Il cielo verde senza fiori
nel blu cespuglio delle ortensie nuove
muove ferita, tampone di nuvola lontana
orizzonte suono al tempo che matura

L’amore non rammenta ragione
nel qui quaggiù raccoglivento
ninna impaccia per lune di sguardo
lo sguardo che si dona, perdura
nel silenzio che, s’ignora, un mattino
forse un nome pronuncerà

 

 

Dare alla luce

Parole plasmate in una giostra, densa e fluida insieme, di moti e toni… in ritmi che raccolgono frammenti di cose distanti donate al mondo attraverso la poesia; cose che non risolvono la loro incertezza, ma l’allegeriscono in luce e canto. (M.R.I.)

Le notti di Casimiro*

Acquerello magico
Un “acquerello magico” di Casimiro Piccolo

Vegliava il grande marittimo
di tanti rami d’ombra la vedetta
il cimitero cani–gatti
gli spiriti elementali la stretta

Qualcuno, altro suono, contava
di loro le note e del padrone
di quanti umido naso annusano vita
ancora, nell’ancora

Tu quel pino ascoltando e la voce
la mano di ruga corteccia leggera
la brezza il mistero la morte l’amore
del fremere il giocatore

La luna di scuro lenire
dal buio nel cono stellare
le notti (e il barone sorride)
magiche imperiture

 

 

Cerchi e cieli magici

Nei cerchi concentrici del verso si annida la vita: si “domina” e sparge l’eco del tempo; si rinnovano presenze contese a cieli vuoti, strappate dal delicato accordo di una parola: per sorridere ancora magiche su luminosi silenzi. (M.R.I.)

 

* Le notti di Casimiro è il titolo dello spettacolo teatrale, scritto da A. Samonà e rappresentato nell’estate del 2012 a Villa Piccolo, dal quale la lirica trae ispirazione.