“Nonna”, chiese seria e preoccupata la bambina, “ora che sono finite tutte le fiabe, cosa mi racconterai prima di andare a letto?”
“Se guardi dentro di te”, rispose con la calma consueta la nonna, “troverai una porticina: bussa e qualcuno verrà ad aprirti”.
La bambina guardò dentro il suo cuoricino e, in effetti, vide una piccola porta, alla quale non aveva mai prestato attenzione. Con un certo timore bussò e la porta ebbe come un fremito leggero e gioioso; quindi si aprì e sulla soglia si affacciò una signora dallo sguardo bonario e familiare, vestita in modo molto sobrio.
“Chi sei?” chiese la bambina.
“Sono la Realtà”.
“E sai raccontare fiabe ?”
“Sì, ma non tutti le capiscono”.
“Perché?” s’incuriosì la bambina.
“Perché a molti sembrano così semplici e scontate da non meritare attenzione”.
Dette queste parole, si ritirò con un’espressione rassegnata.
Al suo posto comparve un’altra donna, dall’aspetto strano e allegro, abbigliata in modo molto estroso.
“Chi sei?” chiese di nuovo la bambina.
“Sono la Fantasia”, rispose la donna.
“E ne racconti fiabe?”
“Sì, tante, e piacciono molto, anche se nessuno le prende sul serio, perché a nessuno sembrano vere”. E, detto questo, anche lei si ritirò, chiudendosi la porticina alle spalle.
La bimba rimase davanti alla soglia un po’ confusa, interrogandosi sul significato delle parole pronunciate dalle due donne e chiedendosi, soprattutto, dove andare a trovare nuove fiabe.
Mentre se ne stava così pensierosa, un raggio di luce proveniente dalla porticina la illuminò e lei trovò la risposta: le fiabe nascono dalla realtà quotidiana, che non è mai tanto banale da non poter essere presa sul serio, ma hanno bisogno, per apparire sempre fresche e scintillanti, di essere colorate dalla fantasia, che non è mai tanto strana da non poter contenere la realtà. Di questa, insomma, lei è la sorella pazzerella, che, come un pittore sulla sua tela, ne combina… di tutti i colori.
“Così”, concluse felice la bambina, “le fiabe non finiranno mai e non sarà nemmeno difficile trovarle!”.