Miss e mass (media)

Fatti non foste a viver come brut(t)i…

VISIONE E TELE-VISIONE di Maria Rosa Irrera

Miss Italia 2013Cara Giulia,
ti scrivo dal paradiso, dove mi trovo ormai da tempo grazie all’intercessione di una donna. Non che il paradiso mi dispiaccia, ma avrei un certo desiderio di tornare sulla terra… Qui mi hanno scoraggiato tutti perché dicono che oggi in Italia per chi si occupa di cultura è un inferno, e che per fare lo scrittore non bisogna avere talento, ma santi in paradiso… Mi hanno addirittura detto (ma questo deve essere uno scherzo!) che gli italiani si ricordano di me soprattutto per il mio naso storto e per via di certi “rotoli”… e sono convinti che io avessi un flirt con Beatrice!
Avevo quindi rinunciato al mio folle volo all’ingiù… quando ti ho vista in tele-visione (ce la facciamo prestare dal diavolo per le grandi occasioni, e per riveder le stelle di Ballando) e mi si è riaccesa la speranza… Ho anche sentito (guarda che coincidenza!) che sta per cominciare un talent show per scrittori e vorrei tanto partecipare.
Per questo ti chiedo, cara Giulia, di intercedere per me presso la Dea Tele-visione: ho sentito che, dopo la tua apparizione, c’è una certa curiosità nei miei confronti… e vorrei, non dico diventare un personaggio famoso, ma farmi conoscere e amare un po’ di più dal grande pubblico…

Celesti saluti,
Dante

P.S. Per essere sicuro che questa missiva arrivi a destinazione, non la consegno all’arcangelo Gabriele (che, detto tra noi, è un po’ anziano), ma ho chiamato uno dei postini di una famosa trasmissione televisiva.

 

IL SERPENTE IMPRENDITORE di Maria Lizzio

Donna stritolata da serpente
©Marlen Zlatanova

Con le mele non funzionava più da un pezzo; Eva ne aveva ingoiato a quintali, ma, di conoscenza, nemmeno l’ombra e, per giunta, aveva sforato con il tasso glicemico. Nel frattempo, poi, la conoscenza era passata di moda e non ci si guadagnava più un euro.
Ma il serpente ne sapeva una più… del diavolo e, avendo un fiuto infallibile per gli affari, non si sarebbe certo fatta scappare Eva.
“Perché”, s’illuminò all’improvviso, “non costruire tanti spettacoli accattivanti di lavorononlavoro, in cui questa deliziosa creatura, senza la dannata faticaccia di imparare a fare qualcosa, dovrà solo esibire la propria bellezza?”
Eva, già impigrita dal lungo ozio paradisiaco, rimase fulminata dall’idea e, visto che, a conti fatti, l’anima non le serviva più, la vendette senza problemi al suo manager.
In compenso, avrebbe posseduto milioni di anime di spettatori intorpiditi quanto lei.

 

PSS… PSS… C’È DANTE CON LA MISS[1] di Maria Lizzio

Giulietta, ti ringrazio
di avermi dato spazio:

nemmeno Beatrice
aveva fatto tanto!

È vero, ho molto atteso
ed ero quasi stanco,

ma adesso sono sazio:

infine sono giunti,
a questa tarda età,

i quindici minuti
di celebrità!

 

[1] Giulia A., ultima icona dell’italica bellezza, ha…svelato, durante il concorso che l’ha proclamata vincitrice, il suo modo personalissimo di accostarsi al poeta: il tatuaggio, sul suo corpo, di due famosi versi danteschi.

Animali sociali (I)

L’uomo, si sa, è un animale… sociale: il gioco delle parti è spesso un doppio gioco, e l’animale ha, come minimo, due anime…

IL GALLO ASCETA di Maria Rosa Irrera

GalloIl gallo asceta non è certo un brutto anatroccolo, e conosce i suoi polli; vive con due zampe in una scarpa, a metà strada tra il pollaio e il monte.
Non sta così lontano dal pollaio da non mischiarsi talvolta agli schiamazzi; non così lontano dal monte da non captare il canto degli uccelli. Infatti, in quanto gallo, necessita di un luogo in cui sentirsi importante: nel pollaio, tra galline vecchie e nuove, tutto fa brodo; ma, in quanto asceta, necessita di un luogo in cui sentirsi superfluo: alzando la cresta, non si tocca il cielo.
L’ebbrezza del pollaio col desiderio del monte: ecco trovato il Sommo Bene!

 

 

LA DOMENICA DELLA VOLPE di Maria Lizzio

Pastorello con scimmia allo specchio
©Tommaso Salini

Ha finito di mangiare l’ultima gallina. È ora di ripulirsi i denti e farsi bella. Uscirà per una passeggiata salutare, incontrerà altre volpi perbene, amiche sue, per quattro chiacchiere innocenti e, soprattutto, entrerà penitente in una chiesa, a svuotare il sacco dei peccati della settimana.
Fa così da una vita, con scrupolo immutato, ogni domenica mattina.

SIMIA PSYCHOLOGIAE CULTRIX di Maria Lizzio

Quaedam nocte dieque ardenter simia motus
investigabat sedulitate animi;
esse sibi mentem sanam doctamque putabat,
vere autem miserae dirum erat… speculum.

LA SCIMMIA PSICOLOGA

La scimmia trafficava giorno e notte
con zelo, per scrutare i sentimenti;
s’era convinta d’essere una mente,
ma s’ingegnava… d’evitar gli specchi.

Parole a scacchi

Sulla scacchiera sociale, ci sono partite di civiltà che si giocano con le parole…

ORIENTAMENTO PROFESSIONALE di Maria Rosa Irrera

Caro studente,
se scrivi in modo mediocre, ma possiedi un’incrollabile fede nel fatto di saper scrivere, se i vari errori di ortografia che ancora commetti sono dei refusi…, se, oscillando tra il banale e il patetico, pratichi anestesie concettuali fatali per l’organismo della lingua…, se, per raccontare il peggio della realtà, trovi sempre il modo peggiore (e anche per raccontare il meglio)…, se ignori la differenza tra un riassunto e una recensione, e, che l’Autore sia vivente o meno, trovi sempre il modo di ucciderlo tu, …

allora, sei pronto per intraprendere la carriera giornalistica!

(dieci anni dopo)

… Se la presenza di un politico è sempre “la cosa più importante”…, se “dare la notizia” non è la parte più generosa del tuo lavoro…, se “non ci sono più le mezze stagioni”, d’estate fa caldo e d’inverno fa freddo, …se “contano i fatti, non le parole”…

perché non cambi mestiere?!

Time Out
©Roland La Tuffo Barcsik, 1984

SCACCHI MATTI di Diego Caiazzo

Quella del giornalista è una professione che ha i suoi rischi. Certo tutto sta a saperseli scegliere. Ci sono quelli che rischiano la vita e a volte ce la rimettono, come ad esempio toccò a Giancarlo Siani; ci sono quelli che rischiano di vedere innalzarsi pericolosamente il livello del loro colesterolo a causa di cene più o meno eleganti cui volentieri partecipano. Alcuni di essi si ergono a maestri di vita, ma non tutti ne hanno i titoli. Esempi ce ne sono tanti. Eccone uno. Adriano Sofri, lunedì 29 aprile 2013, su La Repubblica, conclude il suo editoriale sull’attentato a due carabinieri davanti a Palazzo Chigi, durante il giuramento del governo Letta, dicendo che «se gridi ai “politici”: “Siete tutti morti. Sei un morto che cammina”, non stai certo sobillando ad ammazzarli. Ma la volta che uno di loro sia morto e non cammini più, ci resterai male». «Chissà se quarant’anni fa lui è stato male…» è il commento di Libero. Mi costa, ma devo dire che sono d’accordo con Libero, e non capita praticamente mai… Ha la memoria corta, Sofri. Chi ha la mia età ricorda benissimo la violenta campagna di stampa di LOTTA CONTINUA, che precedette l’omicidio Calabresi. Senza voler entrare in argomento, mi pare che un minimo di buon senso gli consiglierebbe il silenzio. Ma no, scrivere su un giornale dà una sorta di ebbrezza, pare che le parole stampate abbiano un’autorità intrinseca, che prescinde da quanto si afferma.
“Letteratura da corsa”, così Clark Gable definisce gli articoli di giornale in un delizioso film del 1958 con Doris Day, Teacher’s Pet, in italiano Dieci in amore, diretto da George Seaton. Il giornalista deve avere il dono della sintesi. Ma la prima caratteristica di uno scritto che si renda pubblico credo sia l’esattezza. Invece sciatteria e superficialità spesso si annidano in particolari apparentemente innocenti. Alcuni giornalisti, soprattutto, scrivono di quello che non sanno e sparano amenità. Non si documentano. Faccio un piccolo esempio. Su un importante quotidiano negli anni novanta c’era una rubrica scacchistica. Più volte trovai scritto: “Il cecoslovacco Short” e “L’inglesina Pia Cramling”. Ora, negli scacchi agonistici, Short all’epoca era il numero 2 del mondo, la Cramling era una delle giocatrici più forti, sempre in campo mondiale, a livello femminile. Bene: il primo era inglese, la seconda svedese! Neanche la pena di controllare… Come scrivere “il brasiliano Maradona!” Tutto questo mi fa pensare a un aforisma che mi pare di aver letto da qualche parte e che dovrebbe fare più o meno così: “Il giornalista è uno che fa del dilettantismo una professione”. Non so chi l’ha detta, forse me la sono inventata io, ma mi piace pensare di no, che sia frutto dell’autoironia di uno dei grandi di questo mestiere… Che, se praticato con umiltà e passione, rispetto della verità e dignità, è quello che distingue una società libera da una comunità di servi.

Zampini e colpi di coda

Neanche il tempo di dare una zampata ai gattopardi, che un nuovo candidato ci mette lo zampino: del resto, si sa, la nostalgia è una brutta bestia… e certe ferite continuano a bruciare.

NEWS DELL’ALTRO REGNO di Ylenia RiparanteCane candidato

ELEZIONI: presentato a sorpresa Giù le mani dalla ciotola, nuovo partito che conta già milioni di Cip, guaiti che chiedono nuove elezioni. Il programma elettorale ancora in fase di formulazione prevede già salde linee guida:
– Garantire più posti di lavoro eliminando contemporaneamente il problema rifiuti;
– Diminuire le tasse, prima tra tutte la proposta della misura sperimentale “animali beni di lusso” ;
– Presentazione alla camera di politici non tanto con il pedigree ma con zampe per terra, niente grilli per la testa, si accetta al massimo qualche pulce;
– Introduzione di modalità libere di pagamento con nuovi sistemi di scambio con moneta unica COCCOLE E BACI (possibilità di pagamento rateizzato IVA 0%);
– PELO libero per Tutti e dappertutto.
Leader del partito politico: PEPITO, già imprenditore delle ditte: Unghie e zampa, ruspe per il tuo giardino, Zamplifex divaniUrinalà, nuovi sistemi di irrigazione e Investigazioni Pepito, dacci una traccia e troviamo anche gli scheletri nell’armadio.
Il leader si dichiara fiducioso, in fondo, in casa, essendo l’unico cagnolino, ha già la Maggioranza!

FANTOZZI AL VOTO di Diego CaiazzoFantozzi

Lunedì 25 febbraio 2013, ore 12.
Fantozzi uscì di casa determinato a compiere un gesto dadaista: votare Grillo! Dopo una notte di tormenti e di indecisioni finalmente si era deciso: avrebbe mandato tutti col sedere per terra!
Lunedì 25 febbraio 2013, ore 12,05.
Fantozzi entrò come un automa nella cabina. Stava per compiere il suo sfregio alla classe politica di cui non aveva più stima votando per Grillo come grido di dolore quando all’improvviso, gli apparve (come a Costantino in sogno, prima della battaglia di Ponte Milvio, la croce con su scritto “IN HOC SIGNO VINCES”) il simbolo della falce e martello! E ricordò le manifestazioni, le letture di Rinascita a scuola, a dispetto dei Padri Domenicani che la gestivano, i Festival dell’Unità e i panini con le salamelle che aveva mangiato insieme coi “compagni”, i primi tornei di scacchi giocati nella locale sezione del PCI e della FGCI. Nella sua mente cominciarono a suonare le note di Bandiera rossa, l’Internazionale, l’inno dell’Unione Sovietica (bellissimo!) e Funiculì funiculà cantato dal coro dell’Armata Rossa! E infine, paterna, la voce di Bersani che lo rassicurava: il sol dell’avvenire era vicino…
Così, in preda ai fumi guasti dei ricordi degli anni settanta, prigioniero della sua giovinezza, mise la croce sul simbolo del PD.
Lunedì 25 febbraio 2013, ore 12,30.
Tornato a casa Fantozzi diede uno sguardo al calendario: non era il 1975. Si mise a letto con un gran mal di testa. Sua moglie, la signora Pina, gli portò il Corriere dello Sport, per farglielo leggere quando gli fosse passato. Sua figlia Mariangela giocava con l’iPad…

CACCIA ALLE STREGHE di Maria Rosa IrreraGiudici Berlusconi

Le streghe (notoriamente femministe e comuniste), dopo essersi riunite la notte di S. Giovanni per lo storico sabba milanese, hanno deciso di rompere lo specchiospecchiodellemiebrame di Silviolo e condannarlo a sette anni di s-figa. Il perverso rito processuale ha un evidente significato politico e appare come un’ingiustificata e diabolica presa di posizione contro un’innocua cultura maschilista millenaria, e un’ altrettanto innocua presa per il culo ventennale di tutto il popolo italiano. Si tratta della tardiva vendetta personale di una sparuta frangia estremista di streghe troppo abbronzate per via di quelle sfortunate “lampade magiche” ormai cadute in prescrizione.