Magia a denti stretti

Magia a denti stretti
©Ylenia Riparante, 2013

Anche quel giorno, come tutti i sabati del mese, si era riunito il Tribunale del Paese delle Meraviglie per occuparsi delle questioni meno magicose ma più litigiose del Regno della Fantasia.
Come sempre, si sarebbe occupato del caso il Re di Cuori in veste di giudice, assistito dallo sguardo vigile e attento del Bianconiglio.
Il caso del giorno era però particolarmente insolito!

Pinocchio, avendo imparato la lezione, era diventato bambino già da un po’ e da tale amava fare tutto quello che i bambini delle fiabe fanno: giocare con Peter Pan nell’Isola che non c’è, arrampicarsi sul fagiolo magico con Pollicino, fare merenda con Hänsel e Gretel e molto altro.
Non c’era niente che non avrebbe reso felici il suo babbo Geppetto e la fata Turchina se non che, purtroppo, a Pinocchio ogni tanto continuava a scappare qualche bugia che la fata doveva prontamente cancellare con la magia.
Da quando era bambino infatti, la fata, non avendo più un naso da far crescere come punizione, non sapeva che fare se non cancellare direttamente la bugia appena detta da quel birbante con un bel tocco di bacchetta magica che tramutava le parole in nuvolette rosa che presto si dissolvevano, proprio come il fumo della pipa del Brucaliffo.
La preoccupazione di fata Turchina era, però, che Pinocchio così facendo non avrebbe mai imparato, senza contare che c’era in gioco anche la sua licenza di fata! Si sa infatti che le fate vengono assunte dalla Signora della Magia proprio per garantire la pace e il lieto fine delle fiabe e se questo non succede, vengono mandate in pensione e sostituite da fate più giovani e moderne come ad esempio le Winx.
E per Turchina era una cosa inaccettabile, soprattutto dopo aver cresciuto quel piccolo burattino!

Per questi motivi, dopo l’ennesima bugia, anche se piccola pur sempre sbagliata, Turchina aveva deciso di affidare la questione al Tribunale del Re di Cuori, il quale avrebbe certamente trovato una soluzione anche grazie all’aiuto della giuria presieduta dai genitori più in gamba del Regno: Aladin e Jasmine, Ariel con il suo Principe e Bella e Bestia, scelti tra tutti i personaggi del Regno perché simbolo del rispetto della diversità! Un principio fondamentale della legge fantastica era infatti proprio quello dell’uguaglianza tra ricchi e poveri e tra personaggi di specie e fiabe diverse che, ad esempio, potevano tranquillamente sposarsi.
Per tali motivi, nessuno meglio di loro avrebbe ascoltato a cuore aperto i vari casi, compreso quello di Pinocchio, nato burattino poi diventato bambino.
Il timore di Pinocchio, infatti, era proprio quello d’essere ritrasformato in burattino, cosa che lo rendeva molto triste e spaventato, perché quella pelle morbida morbida gli piaceva proprio tanto e oltretutto gli dava molti vantaggi: quando andava al mare poteva bagnarsi senza paura di rimanere fradicio per giorni, e in particolare, poteva sperimentare il nuoto subacqueo senza galleggiare come un tronco!
Mogio mogio, quindi, si sedette al suo posto in attesa di conoscere il suo destino!

La fata Turchina ovviamente non avrebbe mai voluto che si arrivasse a quel punto, infatti il Re di Cuori (che, nonostante fosse una carta, sapeva leggere bene nel cuore della gente), dopo aver ascoltato tutte le testimonianze, d’accordo con la giuria, pensò bene ad un’altra soluzione che avrebbe reso felici contemporaneamente più persone.
Pinocchio non aveva più un naso di legno certo, ma aveva un’altra cosa, o meglio ben altre venti cosine bianche in bocca che potevano fare al caso loro!
Dal momento che prima o poi sarebbero dovuti cadere comunque, il Re decise che per ogni bugia al Pinocchio bambino sarebbe caduto un dentino, che poi, comportandosi bene, sarebbe a poco a poco ricresciuto.
E poiché nelle fiabe, si sa, ognuno ha il suo compito, di questa magia non si sarebbe più occupata Turchina, bensì la fata Dentina.

Così tutte le cose tornarono al loro posto e Turchina, grazie all’aiuto di Dentina, poté anche prendersi un bel periodo di vacanza insieme a Smemorina!
Perché quando si fan le cose tutti insieme è come se si curasse lo stesso seme e alla fine non ci resta altro che dire sorridenti: Vissero tutti felici e contenti!