Poesie per mia madre

Le tre età della donna (dettaglio)
©Gustav Klimt, 1905

Abbandono il tuo seno
per amarti
al di là del dolore
immortalato dalla tua fatica
ti dono il mio stato
di grazia
poggiato sul tuo petto
fino a ieri non conoscevo
il tuo viso
ora che lo guardo
così da vicino
è come se lo esplorassi
dall’ignoto ormai
sono anni i pochi secondi
della mia tenera vita
ti riconosco
madre
per sempre.

* * *
Quando sono nato io
il 25 ottobre del 1955
il Papa era Pio XII
al secolo Eugenio Pacelli
il Presidente della Repubblica
era Giovanni Gronchi
il Presidente del Consiglio
dei Ministri era
Antonio Segni
il Presidente degli
Stati Uniti d’America
era Dwight D. Eisenhower
generale vittorioso della
seconda guerra mondiale
queste cose le ho lette
da grande perché
in quel momento
non conoscevo altro
che il dolore
e la felicità
e la stanchezza
e il sudore
e l’odore
e il calore
e l’amore
di mia madre.

 

 

Distanze d’amore

Queste due tessere liriche del mosaico La Via Lattea custodiscono un itinerario umanissimo: ne rendono tutto il senso scavato tra lo stridore prosaico della Grande Storia e la prima oasi di tenerezza ed esperienza del seno materno; tra la fragile intelaiatura della coscienza e l’affiorare d’un amore maturo che sa stabilire e attraversare, con vertiginosa grazia di versi, le distanze. (M.R.I.)

Per le vittime della mafia

Gli Ulivi secolari
©Letizia Lisi, 2013

Adagiateli
sotto la nenia
antica
degli ulivi
ché le nostre braccia
raggrinzite
non sanno cullare lamenti

e per l’urlo
sospeso
delle ferite
non trovano gli occhi
acque lustrali.

Adagiateli
dirimpetto alla luna.

 

 

Il lamento della terra e la carezza della luna

La terra tende le sue braccia e avvolge, in un notturno mesto e amoroso, corpi che nessun vivo, piagato nell’anima, ha la forza di sorreggere, come nessuna fonte può purificare l’oltraggio del dolore inflitto agli innocenti.
Solo il lamento fraterno degli ulivi e la luce serena della luna possono, come sacerdoti di un rito antico e pietoso, sfiorare i volti degli agnelli sacrificali e proteggerli nella quiete di una terribile immortalità.

L’immagine dell’anima

Nudo di donna addormentata
©Mino Lo Savio, 1993

Ho appena aperto gli occhi
ed anche oggi come ogni giorno
interrogo il mondo riconosco
gli oggetti le persone che amo
quello che mi rassicura
è ancora con me
è ancora arcaica la mia
percezione delle cose
la notte appena finita
non mi ha lasciato indenne.

* * *
Guardo la sua pelle
dormire ancora sulla mia,
come se il suo viaggio notturno
fosse ancora lontano
dalla destinazione;
lei mi ricopre di sé
senza pudore né ritrosia,
come un animale fiducioso
e il suo amore per me
rimane un miracolo
o forse un sortilegio.
Stamane questo letto può
accogliere qualunque
perdono.

* * *
Mentre si fonde col mio
il suo corpo me ne trasmette
il profumo tenue
suscitando la mia
resurrezione
è lei
tenera e infinita.

 

 

Risvegli di versi

Il rito d’ogni giorno necessita fonti di senso: tra una “notte finita” e una “donna infinita” i versi confermano, e al contempo eludono, i contorni delle cose e delle ore; giungono animati dall’urgenza magica del corpo amato, insieme àncora e vascello del navigare la vita e naufragare la poesia. (M.R.I.)

La notte dei Malavoglia

La terra trema
La terra trema (1948) di L. Visconti

Ombre
chinate
sull’abisso

affanno
impietrito
della riva

quando il vortice
schianta
gli scogli

e la Puddara[1]

 


[1] Stella polare (termine dialettale usato da Verga).

 

 

Nero Malavoglia

Nero notte, nero mare, nero sciara, nero abisso, nero cuore, nero morte, nero di stelle capovolte, come barche o speranze.

 

 

 

 

 

 

Scrutando il cielo dei ricordi

Sistema solareScrutando il cielo dei ricordi
si aggiornano le mappe celesti
la costellazione del dolore
stupenda e irta di stelle
la nebulosa dell’amore
in cui è facile perdersi
e i gas le polveri e il nulla
della vita quotidiana
delle indifferenze
e dei rapporti fraterni
e i buchi neri in cui
a volte si precipita
e i pianeti e i satelliti
gli asteroidi gli anelli
il sistema solare delle persone
che abbiamo incontrato
la cui vita si è incrociata
con la nostra
come in un immenso cruciverba
insolubile.

 

 

Il sole e l’altre stelle

Ogni vita porta con sé costellazioni di significati: alla poesia il compito di tratteggiare mappe e rotte e incontri, che, attraversando il dolore e l’ombra, diano alla “nebbia di sempre” un respiro irrisolto di Luce. (M.R.I.)