Per Elisa

I cigni selvatici
©Svend Otto S.

La partitura triste
nell’ala di dolore

Elisa non riuscì a finire…

e appese il pianto
a un osso di luna

tra le reti dolenti
disarmava il sortilegio

nel dettato dei colori

 

 

 

Reti e Versi

Il lavoro silenzioso e solitario di Elisa, nella fiaba di Andersen, diviene metafora della scrittura, che non può mai “coprire” per intero l’esperienza troppo umana del dolore. Ma l’ “incompiuto”, di volta in volta cupo, umoristico, fatato, del vissuto si trasforma, sotto l’ala della poesia, in occasione di luminosa sintesi simbolica.

Luna e Nulla (a Lucio Piccolo)

Villa Piccolo
©Sebastiano Irrera, 2014

Abito il bordo di un canto
lontano lievito di Luce
il nulla innamora il giardino
di un’acrobazia chiara

richiama

cose da risacche d’invisibile
in aliti di cielo

finché tutto si stringe in limite di luna
Tu Sei

fraterno infinito e nulla
allargato a favola

 

 

A bordo canto

Il verso si fa privilegiata e cara sponda di visione, miccia di dialogo, ascolto acceso di forme, aprirsi inesauribile e intimo di vita segreta di cose.

Come l’amore

Donna che piange
©Pablo Picasso, 1937

Come l’amore
la malattia occupa il corpo
diventa infedele compagna
pronta a illudere
e a tradire

incurante del mondo
la mente le si dona
senza riserve apparenti
desiderando solo calma
e concentrazione
non tollerando disturbi

lascia una traccia
invisibile nei giorni
come un’alterazione
ineludibile della vita
la buffa libidine
della malinconia.

 

 

Canto Corpo

Il racconto che la malattia fa al corpo diviene poesia, stabilisce le sue dolorose simmetrie di abbandono e desiderio, afferma sottotraccia e sottopelle l’armonia sghemba di un canto-corpo senza ali. (M.R.I.)

Ritornano all’alba (Euridice ritorna, per altra via)

Barche all'AlbaPiangevamo che fossero andati
per sempre perduti
come stelle cadenti,
abbracciati dal vuoto.

Ma…

ritornano

con passi
di luce e di brezza

quando fa giorno

 

 

Una strada di luce

Un soffio di luce respinge il vuoto e traccia la via del “ritorno”: mistero provvidenziale e struggente, nutrito di memoria e nostalgia.

GIOCHI

Tela di PenelopeBisognerà nutrire
staccare i fili
di questo mondo che si dis-fa
angolo solare
rivoltato dall’infanzia

tenace
filo d’erba
da tavolozza di pianto:

occhi persi d’istanti
portano doni d’otri vuoti…
ore scordate
veli ai piedi di fate.

Sono rimasta la persona
a riavvolgere il nastro
sfasciare il tuo sorriso
dal filo del silenzio

senza cielo il ritorno
sentiero precipizio
di sasso cieca scia

magica per il centro del dolore.